Monthly Archives:marzo 2022

#PASOLINI100 – MAMMA ROMA

Lunedì 28 marzo: 17.00 – 19.00 – 21.00

Martedì 29 marzo: solo ore 21.00

 

***Il film è preceduto da una Video – introduzione di Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi Archivio Pasolini di Bologna***

 
“Mamma Roma lo stringe in un vero e proprio abbraccio:
con la selvatica chioma nera che sbatte come una bandiera all’aria della corsa.
MAMMA ROMA – Me fai scapijà tutta, mamma mia!
ETTORE – E che te frega! Ciò er pettinino!
(…) E corrono corrono: adesso per l’Appia liscia come un bigliardo, tra campi verdissimi di golf.”
Dalla sceneggiatura di “Mamma Roma” in: PPP, Per il cinema, tomo I, I Meridiani Mondadori, 2001, pp. 225-226, passim.

Restaurato in 4K da CSC – Cineteca Nazionale a partire dai negativi originali 35mm e dalla colonna ottica messi a disposizione da RTI-Mediaset in collaborazione con Infinity+ e Cine3


TRAMA Il film trae spunto da un evento realmente accaduto: la tragica morte di Marcello Elisei un giovane detenuto di 18 anni nel carcere di Regina Coeli legato al letto di contenzione. Da quello spunto di cronaca Pasolini elaborerà la sceneggiatura con una storia per il resto non corrispondente ai fatti reali e alle biografie dei personaggi a cui si ispira. Mamma Roma è una prostituta che sospende la sua attività a seguito del matrimonio del protettore Carmine con una contadina. La donna chiama presso di sé il figlio Ettore che, nella sua scontrosa psicologia di adolescente, considera la madre un’estranea e che ben presto ha le prime esperienze sessuali con una ragazza assai smaliziata. Mamma Roma, dal suo canto, ha una rivendita ben avviata al mercato rionale e desidera per Ettore un avvenire migliore. Pertanto incarica una prostituta di conquistare i favori del figlio ed organizza un ricatto per procacciare un impiego ad Ettore. Ma Carmine spinge di nuovo sul marciapiede la donna con la minaccia di rivelare al ragazzo tutta la verità. Ettore, che ha lasciato il lavoro e si dedica a piccoli furti, ha per suo conto scoperto la verità sul triste mestiere della madre. “Mamma Roma” rappresenta un allargamento tematico rispetto ad “Accattone”, quasi in senso topografico. L’omaggio alla città è presente fin dal titolo, dal nome della protagonista. Il film non potrebbe esistere altrove. La madre che uccide (senza volerlo, per raggiungere il benessere borghese) e la città che uccide (perché è lo stato borghese) hanno allora lo stesso nome. Pasolini avrebbe girato ossessivamente Roma in cerca dei luoghi più adatti. Gli unici momenti “astratti” sono le passeggiate notturne di Mamma Roma avvolte in quello sfondo annichilito nel buio, quasi irreale, inesatto e inespresso.


 

SCHEDA FILM

Classificazione: +6 (Violenza)          

Genere:           Drammatico                                                                                                                          Durata:         114′        Anno:       1962

Soggetto/Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti

Cast:                Anna Magnani, Ettore Garofolo, Franco Citti, Silvana Corsini, Luisa Loiano, Paolo Volponi, Luciano Gonini, Vittorio La Paglia, Piero Morgia, Franco Ceccarelli, Marcello Sorrentino, Sandro Meschino, Franco Tovo, Pasquale Ferrarese, Enzo Fioravanti, Emanuele Di Bari, Umberto Conti, Mario Cipriani, Santino Citti, Maria Pia Bernardini, Maria Pia Benati, Nino Bonci, Renato Capogna, Elena Cameron, Fulvio Orgitano, Mario Ferraguti, Renato Montalbano, Lamberto Maggiorani, Paolo Provenzale, Loreto Ranalli, Sergio Profili, Leandro Santarelli, Renato Troiani, Nino Venzi, Roberto Venzi, Gigione Urbinati, Antonio Spoletini, Luisa Orioli

Produzione:  Alfredo Bini per Arco Film

Distribuzione:   Cineteca di Bologna                                                                                                                            

Data di uscita: 31 agosto 1962

 

Qui programma intera rassegna

Approfondimenti dal sito della Cineteca di Bologna

CALCINCULO di Chiara Bellosi

 


TRAMA

Benedetta ha quindici anni, un problema alimentare e una grossa difficoltà di dialogo con i genitori. Vive ai margini, non sopporta la scuola, non ha amici, fino a quando incontra Amanda, transessuale. Tra loro nasce un’intesa, un legame forte, nonostante gli eccessi di Amanda e la voglia di fuga di Benedetta. Calcinculo è un gioco a due, periferico, segreto, che ancora una volta descrive un universo chiuso. Quasi come in Palazzo di giustizia, l’esordio di Bellosi, dove in un’aula di tribunale un benzinaio veniva processato per omicidio, e nel corridoio aspettavano due bambine: la figlia della vittima e quella dell’imputato. “È sempre tardi per quelle come noi”. Tardi per cambiare, per crescere, per sbocciare. E se un incontro fortunato potesse minare le fondamenta di questa certezza granitica? E se si potesse imparare a volare? Qui c’è la storia di due anime che si tangono, due femminilità che si sfiorano e si accarezzano, due bruchi che non sanno, o hanno dimenticato, di essere farfalle. Presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino 2022, il film è un coming of age sui generis dalla chiara impronta autoriale, un piccolo esperimento dalle grandi ambizioni che avrebbe goduto di maggiore disinibizione. Benedetta e Amanda. Un augurio di gioia e tranquillità è racchiuso nel nome dell’una, il bisogno di essere amata (in latino “da amare”) in quello dell’altra. Eppure l’una vive un’esistenza infelice, intrappolata in un universo familiare che le pare asfittico e l’altra sembra incapace di maneggiare l’amore, brama affetto ma è troppo orgogliosa per ammetterlo. Ad accomunarle è lo sguardo giudicante che la società punta loro addosso a causa del loro aspetto, così distante da una presunta normalità. Insieme sembrano poter toccare il cielo con un dito. In un mare di insicurezze, di una sola cosa sono certe: la vita è come la giostra dei seggiolini volanti, il cancinculo appunto; ogni tanto c’è bisogno di collaborare e di una bella spinta per poter afferrare il trofeo.


SCHEDA FILM

Titolo originale: Calcinculo                                      

Nazione:  Italia       

Genere:        Drammatico

Regia:       Chiara Bellosi

Durata:         96′ 

Anno:       2021  

Cast:               Gaia Di Pietro, Andrea Carpenzano, Barbara Chichiarelli, Giandomenico Cupaiuolo, Francesca Antonelli, Alessio Praticò, Claudia Salerno, Rachele Petavrachi, Germana Petavrachi, Paola Tintinelli, Emanuele Maiorano

Produzione:  Tempesta con Rai Cinema            

Distribuzione:   Luce Cinecittà                                                                               

Data di uscita: 24 marzo 2022


PARIGI,13 ARR. di Jacques Audiard

 


TRAMA

Quattro vite con i rispettivi interrogativi esistenziali, quattro destini che si intrecciano sullo sfondo dei grattacieli parigini di “Les Olympiades”, quartiere nel XIII arrondissement di Parigi. Tre ragazze e un ragazzo ridefiniscono l’amore moderno. Émilie, giovane di origine cinese, vive nell’appartamento della nonna a Chinatown. Un po’ per racimolare qualche soldo e un po’ per non sentirsi troppo sola, mette un annuncio per trovare una coinquilina: risponde per primo Camille, ma dietro quel nome c’è un insegnante di colore giovane e affascinante. I due sembrano intendersi subito, tanto da finire spesso nello stesso letto; quando però Émilie prova un passo in avanti nella relazione, Camille cambia strada e incontra Nora. Tra loro sembrerebbe vero amore, ma anche Nora non sa bene cosa e chi vuole. E così, mentre Camille torna di continuo da Émilie per confidarsi, Nora si rispecchia sempre più in Amber Sweet, una camgirl che diventa amica vera e forse più. Nasce da un graphic novel (Tomine – Morire in piedi. Rizzoli) questa storia e il bianco e nero rimarca bene, oltre al suo tratto romantico, un certo gusto grafico del film stesso: le linee verticali dei grattacieli, le vedute dall’alto, le didascalie (Cominciò così, Domenica, Qualche mese dopo); e perfino – a volerli cogliere – certi movimenti della camera in pieno stile Audiard. Sapientemente, la sceneggiatura curata dal regista con Céline Sciamma e Léa Mysius, ci allontana finché può, dai cliché del genere, si concentra più che sull’iter narrativo sui personaggi, sulla loro evoluzione e sulla loro emotività. Ma soprattutto conta come essi vivono e sentono il sesso, il rapporto con il proprio corpo e il concetto di attrazione. una rappresentazione perfetta della società multietnica transalpina del XXI secolo, di quel dedalo di relazioni, rapporti, che si creano e si disfano con una facilità incredibile, nell’era del dating app e della mancanza di punti di riferimento sicuri.


SCHEDA FILM

Titolo originale:  Les Olympiades                           

Nazione:  Francia   

Genere:        Drammatico                                                                   

Regia:       Jacques Audiard

Durata:         105′                                                              

Anno:       2021  

Cast:         Lucie Zhang, Makita Samba, Noémie Merlant, Jehnny Beth, Anaïde Rozam, Pol White, Geneviève Doang, Stephen Manas, Lumina Wang, Line Phé.

Produzione:  Page 114, Why Not Productions

Distribuzione:   Europictures e Virtuose Pictures in collaborazione con Cine1 Italia                                                          

Data di uscita: 24 marzo 2022


#PASOLINI 100 – ACCATTONE

Lunedì 21 marzo: 17.00 – 19.00 – 21.00

Martedì 22 marzo: solo ore 21.00

***La proiezione è introdotta da un contributo video di Marco Antonio Bazzocchi, Professore di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Bologna***

“Faceva un caldo che non era scirocco e non era arsura, ma era soltanto caldo. Era come una mano di colore data sul venticello, sui muri gialletti della borgata, sui prati, sui carretti, sugli autobus coi grappoli agli sportelli. Una mano di colore ch’era tutta l’allegria e la miseria delle notti d’estate del presente e del passato.” (PPP – Ragazzi di vita 1955)

Restaurato in 4K nel 2020 da Cineteca di Bologna e The Film Foundation
in collaborazione con Compass Film e Istituto Luce-Cinecittà presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. 
Restauro sostenuto da Hobson/Lucas Family Foundation. Grading supervisionato da Luca Bigazzi

TRAMA

Accattone. IT. 1961 di Pier Paolo Pasolini con Franco Citti, Adriana Asti, Franca Pasut. Sottoproletario romano vive alle spalle di una prostituta che finisce in galera. Ne trova un’altra se ne innamora e cerca un lavoro. Buono o cattivo, onesto o disonesto, è sempre uno che sta “fuori”. Il I e forse, il migliore dei film di Pasolini che vi trasferisce la tensione etica e morale dei suoi romanzi sul sottoproletariato romano. E’ un dramma epico-religioso che tocca il mistero “scandaloso” della Grazia. Camei di Sergio Citti nel ruolo di un cameriere e di Elsa Morante in quello della detenuta Lina. BN Dramm 120′ (Morandini – Dizionario dei Film 2004)

RECENSIONE DI PAOLO MEREGHETTI

Per togliersi dall’imbarazzo della scelta (ogni film è testimone della genialità e della straordinaria varietà della sua produzione), tanto vale iniziare da Accattonefolgorante esordio che rompe con le regole del linguaggio tradizionale (ragione per la quale Fellini, che doveva produrlo, si tirò indietro) e mette al centro della storia lo spontaneismo esuberante del sottoproletariato.

Vittorio Cataldi detto Accattone vive alla giornata e si fa mantenere dalla prostituta Maddalena, fino al giorno in cui lei finisce in prigione e lui deve trovare un altro modo di campare. Ispirandosi alla pittura “frontale” di Masaccio e Piero della Francesca, guardando a Dreyer più che al Neorealismo, Pasolini racconta la derelitta quotidianità delle borgate romane, fatte di furti, bravate, sbronze e la prostituzione come ineluttabile destino femminile. In un bianco e nero ieratico, accompagnato dalla Passione di Bach, racconta un mondo lontano sia da quello borghese sia da quello proletario, dominato da un’angoscia che sembra venire dalla preistoria dell’esistenza.

Qui programma intera rassegna

Approfondimenti dal sito della Cineteca di Bologna

🇺🇦 REFLECTION/ВІДБЛИСК di Valentyn Vasyanovych 🇺🇦

 


TRAMA

Al centro, con scene di crudo realismo, la guerra del Donbass nel 2014 e le torture russe sugli ucraini durante lo scontro diplomatico-militare tra Russia ed Ucraina, per il controllo della Crimea e di quella regione. Partito volontario per la guerra nel Donbass, il chirurgo di Kiev Serhiy finisce per errore nelle mani delle forze militari russe e viene fatto prigioniero. Tenuto in vita per le sue competenze mediche, l’uomo assiste impotente a scene di tortura e violenza inaudita, aiutando i suoi carcerieri a smaltire i cadaveri degli altri prigionieri torturati. Fra questi anche Andrii, nuovo compagno dell’ex moglie, molto amato anche da sua figlia, ragazzina innocente e ingenua. Tornato a Kiev, Serhiy sceglie di stare al fianco della figlia e di aiutarla ad accettare l’idea della morte di Andrii; non è un aspirante eroe – solo il tipo di persona che non vuole morire per il suo paese ma che vuole comunque aiutare. Essere nel mezzo però, non aiuta davvero, e una volta dietro le linee nemiche, viene catturato, per poi venire torturato e sfruttato per le sue abilità mediche. È quasi una letterale discesa all’inferno quella che Vasyanovych mostra, apparentemente ispirata alle vere prigioni “nascoste”, che spuntano dappertutto e a volte si impadroniscono anche di edifici museali abbandonati – proprio come il famigerato Isolation a Donetsk, prima ospitante di opere d’arte contemporanea e ora di prigionieri. Sergiy potrebbe cercare di lasciarsi tutto alle spalle, come spesso accade. Ma ha un figlio. È qui che le cose si fanno davvero interessanti: se devi spiegare il mondo a tuo figlio, come spieghi il suo lato peggiore? “Il film si rivolge a un pubblico pensante – dice il regista -, un pubblico che non ha paura di sollevare domande dure su traumi pesanti né di cercare risposte. Non è un film fatto per intrattenere…È una storia sulla realizzazione, da parte di bambini, che la vita umana è limitata. Ma è anche una storia sulle responsabilità degli adulti nei confronti dei propri cari, di sè stessi e del mondo intero in cui realizzano il loro potenziale.”.


SCHEDA DEL FILM

Titolo originale:      Vidblysk

Nazione:      Ucraina                    

Genere:        Drammatico          

Regia:       Valentyn Vasyanovych

Durata:         125′                                                  

Anno:       2021  

Cast:       Roman Lutskiy, Stanislav Aseyev, Oleksandr Danyliuk, Nika Myslytska, Andriy Rymaruk

Produzione:  ForeFilms

Distribuzione:   Wanted Cinema                           

Data di uscita: 17 marzo 2022


IL RITRATTO DEL DUCA di Roger Michell

 


TRAMA

L’ultimo film di Michell, prima della sua prematura scomparsa, riporta la storia di Kempton Bunton, anziano tassista, che nel 1961 decise di rubare dalla National Gallery di Londra il Ritratto del duca di Wellington di Francisco Goya. L’uomo inviò una richiesta di riscatto dicendo che avrebbe restituito il dipinto a condizione che il governo si fosse impegnato di più nel sostenere gli anziani, un tema questo che stava molto a cuore a Kempton. Solo 50 anni più tardi è emersa la verità su questa storia: Bunton aveva elaborato un piano fatto di tante bugie, l’unica certezza era che si trattava di un brav’uomo intenzionato a cambiare il mondo e salvare il suo matrimonio. Come e perché Kempton ha usato il Ritratto del duca di Wellington per realizzare il suo obiettivo è una storia meravigliosa e affascinante. Il registro è lieve, lo sguardo scanzonato, il mood canzonatorio, eppure tutta la trama mette in fila temi pesanti e pensanti, dalla discriminazione razziale al lutto familiare, dalla sperequazione sociale al bene comune, dalla tutela dei più deboli, quagli gli anziani, alla criminalità giovanile, senza elogiare il populismo bensì la collettività. Il tono è riconciliante, e trasmette – l’epilogo in corte è superlativo – buonumore, diffondendo filantropia e umanesimo: mantiene quel che promette, e pure qualcosa in più, complici i tempi comici di Broadbent e Mirren, la cura nelle scenografie e i costumi. I protagonisti, bravissimi nello spalleggiarsi a vicenda e nel ricreare battibecchi da coppia ultradecennale che ha instaurato ormai, dopo tanti anni di discussioni e sostegno, una propria musicalità, con tutto il cast si assumono il compito di mantenere alta comica l’aurea che li circonda. Bunton, infine, è il cuore di una commedia che, di cuori a cui affidarsi, è alla ricerca, in un legame strettissimo con una comunità di cui il personaggio si sente parte e che dovrebbe imparare a sostenersi.


SCHEDA FILM

Titolo originale:     The Duke

Nazione:       Gran Bretagna                   

Genere:        Drammatico – Commedia                               

Regia:       Roger Michell

Durata:     96′                                                                

Anno:       2020  

Cast:               Jim Broadbent, Helen Mirren, Fionn Whitehead, Matthew Goode, Aimée Kelly, Simon Hubbard, Jack Bandeira, Craig Conway, Heather Craney, Michael Adams, James Wilby, John Heffernan, Anna Maxwell Martin, Richard McCabe, Andrew Havill, Ray Burnet

Produzione:  Great Bison Productions, Ingenious Media, Neon Films

Distribuzione:   Bim Distribuzione                                                                                      

Data di uscita: 03 marzo 2022


IL TERRIBILE INGANNO di Maria Arena

[R]ESISTENZE – RASSEGNA DI DOCUMENTARIO ITINERANTE

Ultimo appuntamento

Lunedì 14 marzo: 17.00 – 19.00 – 21.00 

Martedì 15 marzo: solo ore 21.00


IL FILM

Il terribile inganno, è il racconto in prima persona di Maria, cinquantenne, moglie, madre e lavoratrice, che attraverso l’incontro con le odierne pratiche femministe del movimento “Non Una Di Meno” di Milano, fa un bilancio sull’esser donna oggi. Incuriosita dallo “sciopero globale delle donne”, proclamato l’8 marzo 2017 da Non Una Di Meno, Maria partecipa alla manifestazione milanese.

Qui per la prima volta sente parlare del “Piano femminista contro la violenza maschile sulle donne e violenza di genere” che il movimento sta scrivendo. La violenza, che ha al suo apice il ‘femminicidio’, viene declinata all’interno del Piano, non come un fatto privato ma come sistemica, strutturale alla società. Il piano descrive le direzioni di un cambiamento necessario su più campi dove viene replicata una prospettiva stereotipata e sessista dei generi e dei rapporti di potere tra essi che è alla base della violenza che s’intende superare.

Questo incontro spinge Maria a fare un bilancio sulla vita delle donne nell’odierna società. Il film alterna momenti collettivi di attivismo e crescita del movimento “Non Una Di Meno” a riflessioni personali di Maria. Contemporaneamente segue più da vicino alcune donne di “Non Una Di Meno” nel loro attivismo e vita privata: una ventenne, una trentenne, una quarantenne, e la cinquantenne è Maria.

Alcune parti realizzate con la tecnica della animazione scandiscono la narrazione e raffigurano Maria che dialoga con una donna molto importante della Rivoluzione Francese rimossa dalla storia: Olympe De Gouges, autrice nel 1791 della ‘Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina’. Le parole di Olympe sono di Emma Baeri Parisi ‘storica femminista e femminista storica’.

Il film non ripercorre la storia del femminismo ma intende raccontare che cosa significa oggi essere femminista. Allo stesso tempo non si tratta di un film sul movimento “Non Una Di Meno”, né di un film militante del movimento, ma del racconto di una comune donna che vi aderisce.


RASSEGNA STAMPA

Il fatto quotidiano 29/6/2021 Martina Castigliani

DinamoPress 19/6/21 Ambra Lancia 

Exibart 3/4/21 Marcella Vanzo

Birdmen 12/3/21 Giada Sartori 

Noi Donne 10/3/21 Elisabetta Colla 

Mymovies 9/3/21 Mariuccia Ciotta 

GiuliaGlobalist 4/3/21 Marina Cosi

TUTTE A CASA di Nina Baratta, Cristina D’Eredità, Eleonora Marino

[R]ESISTENZE – RASSEGNA DI DOCUMENTARIO ITINERANTE

Lunedì 7 marzo: 17.00 – 19.00 – 21.00 

Martedì 8 marzo: solo ore 21.00


PROGRAMMA DELLE SERATE

 

IL FILM

Il film nasce dal Collettivo “Tutte a casa” composto da 16 professioniste del mondo dello spettacolo e della comunicazione che si sono conosciute su una pagina Facebook i primi giorni di marzo 2020. Hanno quindi lanciato una call in cui chiedevano a donne di tutte le età e provenienze sociali di inviare video, realizzati con lo smartphone, in cui narrassero la loro “quarantena”, che cosa stesse accadendo nelle loro case.

Davanti agli 8.000 video inviati da circa 500 donne, supportate da una regia a distanza, per la creazione di una narrazione dall’ampio respiro cinematografico sono state scelte alcune parole chiave: la casa, il corpo, la cura, la crisi, la rinascita, la libertà.

Ne è nato un affresco di voci del lockdown da marzo a giugno 2020 in Italia, narrato dal punto di vista delle donne, che hanno un pagato un prezzo molto alto alla pandemia. C’è la difficile quotidianità delle commesse del supermercato, tra i pochissimi luoghi aperti durante la quarantena, la dottoressa che si sveglia nella notte in preda all’ansia e agli incubi, la donna che in quarantena è riuscita a scappare da un compagno violento e chi vive come S. in un seminterrato di 30 metri quadrati e dalla finestra vede le piastrelle del cortile e un pezzo di cielo: “Mai come ora – dice – è chiaro che le scelte non sono uguali per tutti. Non avere un lavoro stabile non è uguale per tutti. Certi possono pure starci senza soldi per mesi, altri semplicemente no”. E poi ci sono i giochi sulle terrazze con i bambini, l’insegnante che online rimprovera gli studenti di copiare le versioni, la figlia che si prende cura della madre anziana, le feste di compleanno celebrate senza remore via whatsapp, il lavoro incessante delle ostetriche che monitorano le gravidanze, gli orti sui terrazzi, gli episodi di solidarietà come le sarte che cuciono mascherine di stoffa da distribuire gratuitamente, le volontarie che consegnano la spesa agli anziani.

Il film è stato prodotto con un crowdfunding su Produzioni dal basso: la raccolta fondi durata 3 mesi ha superato l’obiettivo di 15.000 euro.