— MASTROIANNI 100 —
LA DOLCE VITA di Federico Fellini
Lunedì 07.10: 18.00 – 21.00
Martedì 08.10: 21.00
Restaurato presso L’Immagine Ritrovata in associazione con The Film Foundation, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Pathé, Fondation Jérôme Seydoux-Pathé, Medusa, Paramount Pictures e Cinecittà Luce. Il restauro è stato sostenuto da Gucci e The Film Foundation
Titolo originale: La dolce vita
Data di uscita: 5 febbraio 1960
Sceneggiatura: Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi, Pier Paolo Pasolini
Regia: Federico Fellini
Nazione: Italia/Francia
Genere: Drammatico
Durata: 180’
Anno: 1960
Cast: Marcello Mastroianni (Marcello Rubini), Anita Ekberg (Sylvia), Anouk Aimée (Maddalena), Yvonne Furneaux (Emma), Magali Noël (Fanny), Alain Cuny (Steiner), Annibale Ninchi (padre di Marcello), Riccardo Garrone (Riccardo), Lex Barker (Robert), Jacques Sernas (divo)
Produzione: Riama Film
Distribuzione: Cineteca di Bologna
Approfondimento Cineteca di Bologna
Marcello: La dolce vita fu una svolta importantissima nella mia carriera. Al ruolo arrivai nella maniera più convenzionale, più normale. Un famoso regista ti fa sapere che vuole vederti, Fellini in questo caso, tu vai a un appuntamento a Fregene perché quella è la sua spiaggia preferita, ecco, così… Io mi ci recai con l’avvocato, per darmi un po’ un tono, mi ero detto: “Hai visto mai che ’sto regista famoso…? E allora fammici andare con Ferrara, l’agente!”. Fellini, dandomi subito del tu, fece: “Ho piacere che sei venuto: ho pensato a te, sai, a me non importa la bravura di un attore, mi servirebbe la tua faccia qualunque. Anche se De Laurentiis vuole Paul Newman, a me non interessa, voglio un volto qualsiasi come il tuo”. Lì per lì rimasi molto imbarazzato perché, anche se sapevo benissimo di avere un volto come diceva lui, questa sua uscita era brutale. Allora, anche perché avevo l’avvocato Ferrara accanto chiesi: “Ma potrei leggere il copione prima di decidere?”. Lui ribatté: “Sì, come no”, e chiamando Ennio Flaiano che stava sotto un ombrellone, gli disse di portarmelo. Dopo un minuto Flaiano arrivò con un mucchietto di fogli bianchi su cui non c’era scritta neppure una parola. Solo c’era un disegno fatto da Fellini che rappresentava il mare, le onde, dentro le quali nuotava un uomo con un fallo lunghissimo che arrivava fino al fondale, circondato da un gruppetto di sirene che danzavano. Io divenni rosso, verde, ero molto imbarazzato, ebbi la netta sensazione che Federico si fosse preso gioco di me, di questo attore che per giunta arrivava con l’agente e che, quindi, aveva proprio sbagliato sistema. Così per salvarmi dalla situazione, dissi: “Va bene, molto interessante, faccio il film”. (M.M.)