Lunedì 14 novembre: 16.30 – 18.45 – 21.00
Martedì 15 novembre: solo ore 21.00
Versione restaurata 4k dalla Cineteca di Bologna
Film vietato ai minori di anni 18
TRAMA: L’ultimo film della Trilogia della vita è anche quello dove forse si esprime più poeticamente il senso dell’utopia pasoliniana, evocando una dimensione popolare e fantastica dove il sesso è vissuto con libera spregiudicatezza in un passato magico, violento e intatto. Le scenografie di Dante Ferretti, i costumi di Danilo Donati, la fotografia di Giuseppe Ruzzolini, contribuiscono allo splendore figurativo di un film ispirato alle fiabe arabe e girato in Etiopia, Yemen, Iran e Nepal. La complessa trama trae spunto dal famoso scritto di novelle, nel quale Pasolini trova il suo ideale scenario narrativo fatto di mondi alieni, lontani da ogni ripensamento borghese del paesaggio – erano quelli gli anni del suo La forma della città e de Le mura di San’a – riprendendo in questa prospettiva un discorso già avviato con Edipo re e Medea. Questo desiderio traspare nelle immagini del film e negli scenari, altrettanto stratificati, almeno quanto la possibile trama, che non è banale desiderio di evasione da panorami consueti o, ancora più banalmente, desiderio di un esotismo originale e controcorrente a tutti i costi, quanto invece, piena adesione del proprio sguardo e totale immersione del proprio corpo in uno scenario che sentiva come aderente alla propria natura, al proprio desiderio di purezza e perfettamente consonante con l’altrettanta purezza dei corpi e della sensualità primitiva e per nulla legata ad un’idea di possesso che quegli stessi corpi sapevano comunicare. Il protagonismo dei paesaggi e delle ambientazioni, lo fa più imparentato con Medea ed Edipo re piuttosto che con gli altri due della Trilogia, con i quali, invece, condivide, portandolo a pieno e consolidato compimento, quel discorso complesso che lega la sessualità al benessere umano, alla purezza dei rapporti umani, ad una semplicità delle relazioni che non prevedono orpelli e sovrastrutture, ma sono come nelle società primitive, ma colte, originarie, ma sapienti, fatte di schietta franchezza e vissute senza le inibizioni borghesi che hanno fatto del sesso mercimonio e impudicizia.
“Sotto la crosta stereotipa, sotto la finta mancanza di interesse psicologico vive sempre, in quasi tutti i racconti, la realtà storica precisa, interamente connotata. Basta ricordare, per esempio, gli elenchi delle vivande di ogni pasto descritto. Menù ricostruiti fino alla pignoleria, elencazioni di oggetti e di ambienti nei minimi dettagli, capaci di restituire intero il senso esistenziale della vita quotidiana. E ancora, i fatti sociali: una vita di relazione con regole raffinate e complicatissime: ogni atto è documentato, si dà conto fin dei gesti dei personaggi, delle frasi rituali di saluto e commiato. Insomma, anche se il testo non enuncia esplicitamente problemi sociali, protagonista resta comunque la società osservata con un rigore quasi etnologico.”. (Pier Paolo Pasolini, 1974)
La comunicazione visiva che è alla base del linguaggio cinematografico è, al contrario, estremamente rozza, quasi animale. Tanto la mimica e la realtà bruta quanto i sogni e i meccanismi della memoria, sono fatti quasi pre-umani, o ai limiti dell’umano: comunque pre-grammaticali e addirittura pre-morfologici (i sogni avvengono al livello dell’inconscio, e così i meccanismi mnemonici; la mimica è segno di estrema elementarità civile ecc.). Lo strumento linguistico su cui si impianta il cinema è dunque di tipo irrazionalistico: e questo spiega la profonda qualità onirica del cinema, e anche la sua assoluta e imprescindibile concretezza, diciamo, oggettuale. (PPP, Il cinema di poesia)
Classificazione: Film vietato ai minori di anni 18
Genere: Commedia/Drammatico
Durata: 129’/155’
Anno: 1974
Soggetto/Sceneggiatura: Liberamente ispirato a Le mille e una notte con la collaborazione di Dacia Maraini.
Cast: Franco Merli (Nur ed Din), Ines Pellegrini (Zumurrud), Ninetto Davoli (Aziz), Tessa Bouché (Aziza), Franco Citti (il Genio), Abadit Ghidei (Principessa Dunja).
Produzione: Alberto Grimaldi per PEA / Les Productions Artistes Associés.
Distribuzione: Cineteca di Bologna
Data di uscita: 20 giugno 1974
https://www.youtube.com/watch?v=oY3tNfJI3ug&ab_channel=MahsanRajabi