Lunedì 11 aprile: 16.00 – 18.30 – 21.00
Martedì 12 aprile: solo ore 21.00
TRAMA Costretto a rinunciare al bel progetto ‘africano’ di Il padre selvaggio, Pasolini intraprende un viaggio in Terrasanta per visitare i luoghi reali della vita e della passione di Cristo. Ne nasce un breve film, Sopraluoghi in Palestina per Il Vangelo secondo Matteo, che viene girato nell’estate del 1963 ma il cui commento viene aggiunto dall’autore soltanto nel 1965. Durante il viaggio, la verifica del grado di modernizzazione avanzata di Israele rafforza Pasolini in una sua idea anteriore: girare Il Vangelo secondo Matteo nelle terre abbandonate e povere del meridione italiano, in Puglia, Calabria e Basilicata (con qualche scena nel Lazio). Realizzato nel 1964 e avallato dalla Pro Civitate Christiana di Assisi, cala la predicazione di Cristo nella realtà concreta dei poveri, degli emarginati e degli oppressi, mentre è ridotta la dimensione sovrannaturale e miracolistica e acquistano ampio respiro le invettive di Gesù contro i farisei. La predicazione e la passione di Cristo sono raccontate da un autore non credente che si immedesima nello sguardo di un pubblico popolare credente ma filtra la sua visione attraverso la tradizione pittorica religiosa, da Piero della Francesca a El Greco. Se il tessuto figurativo del film evoca con originalità la grande pittura quattrocentesca, la colonna musicale presenta un’estrosa partitura all’insegna della contaminazione, che va da Bach e Mozart alla Missa luba congolese e ai canti rivoluzionari russi. Come tutti i film pasoliniani, anche il suo Vangelo è segnato dalla pregnanza espressiva di volti autentici, mescolati a quelli di familiari e amici dell’autore (la madre Susanna nel ruolo di Maria vecchia, la cugina Graziella, Enzo Siciliano, Natalia Ginzburg e altri).
“La mia lettura del Vangelo non poteva che essere la lettura di un marxista, ma contemporaneamente serpeggiava in me il fascino dell’irrazionale, del divino, che domina tutto il Vangelo. Io come marxista non posso spiegarlo e non può spiegarlo nemmeno il marxismo. Fino a un certo limite della coscienza, anzi in tutta coscienza, è un’opera marxista: non potevo girare delle scene senza che ci fosse un momento di sincerità, intesa come attualità. Infatti, i soldati di Erode come potevo farli? Potevo farli con i baffoni, i denti digrignanti, vestiti di stracci, come i cori dell’opera? No, non li potevo fare così. Li ho vestiti un po’ da fascisti e li ho immaginati come delle squadracce fasciste o come i fascisti che uccidevano i bambini slavi buttandoli in aria”. (Pier Paolo Pasolini)
Classificazione: Per tutti
Genere: Drammatico
Durata: 137′
Anno: 1964
Soggetto/Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini
Cast: Enrique Irazoqui (Gesù Cristo, doppiato da Enrico Maria Salerno), Margherita Caruso (Maria giovane), Susanna Pasolini (Maria anziana), Marcello Morante (Giuseppe), Mario Socrate (Giovanni Battista), Settimio Di Porto (Pietro), Otello Sestili (Giuda), Enzo Siciliano (Simone), Giorgio Agamben (Filippo), Ferruccio Nuzzo (Matteo).
Produzione: Alfredo Bini per Arco Film
Distribuzione: Cineteca di Bologna
Data di uscita: 4 settembre 1964
Restaurato da Mediaset Cinema Forever, Medusa Film, Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale in collaborazione con Compass Film