Lunedì 28 novembre: 17.00 – 19.00 – 21.00
Martedì 29 novembre: solo ore 21.00
Nuova versione restaurata 4k dalla Cineteca di Bologna
Film vietato ai minori di anni 18
La proiezione sarà preceduta da SEQUENZA DEL FIORE DI CARTA
Episodio di Amore e Rabbia (Italia/1969) di Pier Paolo Pasolini (10′)
Lunedì 28.11 alle ore 21.00 introdurrà la proiezione del film, S.E.Mons. Francesco Cacucci (consigliamo prenotazione)
TRAMA: Un enigmatico visitatore s’insinua nella famiglia di un industriale milanese e ha rapporti erotici con la moglie, la figlia, il figlio, la domestica e con lo stesso capofamiglia. Quando lo straniero se ne va, tutti sono cambiati, si perdono o si rinnegano, e la famiglia è disgregata. Il teorema è dimostrato: l’incapacità dell’uomo – del borghese – moderno di percepire, ascoltare, assorbire e vivere il sacro. Soltanto la serva Emilia, di origine contadina, lo scopre e, dopo il “miracolo” della levitazione, farà ritorno alla terra in odore di santità. È un altro film di Pasolini all’insegna della congiunzione tra Marx e Freud (qui anche di Jung e Marcuse). Originalmente concepito come una tragedia in versi, Teorema fu sviluppato in un romanzo con versi e prosa che si alternano e poi in un film che, nonostante l’ingombrante ideologismo metaforico e metastorico, è uno dei risultati filmici più originali di Pasolini. La religiosità latente, sotto la vernice blasfema e libertaria, fu colta dalla giuria dell’OCIC (Office Catholique International du Cinema) che alla Mostra di Venezia gli assegnò il suo massimo premio, decisione duramente deplorata dalle gerarchie ecclesiastiche, scandalizzate dall’accostamento di sacro e sesso. Coppa Volpi dell’interpretazione femminile a L. Betti. Sequestrato per oscenità. Regista e produttori denunciati e poi assolti. (Morandini)
“La storia dell’idea di Teorema è molto curiosa e significativa. Circa tre anni fa ho cominciato a scrivere, per la prima volta in vita mia, delle cose di teatro; ho scritto quasi contemporaneamente sei tragedie in versi e Teorema era, come prima idea, una tragedia in versi, la settima. Avevo già cominciato a elaborarla come tragedia, come dramma in versi; poi ho sentito che l’amore tra questo visitatore divino e questi personaggi borghesi era molto più bello se silenzioso. Questa idea mi ha fatto pensare che allora forse era meglio farne un film, ma mi sembrava che come film fosse irrealizzabile e, in un primo momento, ho buttato giù un racconto che è rimasto molto schematico e, nella prima stesura, molto rozzo; poi l’ho elaborato come sceneggiatura e contemporaneamente ho anche modificato questo primo canovaccio di appunti che è diventato un’opera letteraria abbastanza autonoma («Inquadrature», n. 15–16, autunno 1968)
“Per me l’erotismo è un fatto culturale, e in Teorema lo esprimo come un sistema di segni. Voglio dire che l’erotismo del film si identifica col suo «linguaggio». Per esempio questo dio, quest’angelo che appare in questa storia comunica con gli altri tramite un sistema di segni specifici, diverso dal sistema linguistico. Del resto, è forse il solo di cui sia capace. Infatti, quale lingua umana potrebbe usare per evangelizzare? Del resto, non è venuto per evangelizzare, ma per testimoniare sè stesso. In tutto il film si limita a pronunciare qualche frase, a leggere dei versi di Rimbaud: il rapporto muto e questo sistema di segni erotici costituiscono il solo mezzo di comunicazione dei personaggi del film. E in effetti, il rapporto «semiologico-erotico» esiste solo nella prima parte del film. Nella seconda parte ciascuno ritrova la sua propria storia. Una storia tutta interiore.”(Conversazioni con Jean Duflot,1970)
Approfondimento Cineteca di Bologna
Approfondimento Città Pasolini
Classificazione: Film vietato ai minori di anni 18
Genere: Drammatico
Durata: 98’
Anno: 1968
Soggetto/Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini
Cast: Silvana Mangano (Lucia, la madre), Terence Stamp (l’ospite), Massimo Girotti (Paolo, il padre), Anne Wiazemsky (Odetta, la figlia), Laura Betti (Emilia, la serva), Andrés José Cruz Soublette (Pietro, il figlio), Ninetto Davoli (Angelino, il postino), Carlo De Mejo (un ragazzo), Luigi Barbini (il ragazzo della stazione), Susanna Pasolini (la vecchia contadina).
Produzione: Manolo Bolognini, Franco Rossellini per Aetos Film.
Distribuzione: Cineteca di Bologna
Musiche: Ennio Morricone
Data di uscita: 7 settembre 1968